Christophe Galfard, L'universo a portata di mano: in viaggio attraverso la fisica dello spazio e del tempo, traduzione di Giuliana Oliviero, Torino, Bollati Boringhieri, 2016, pp. 301.
L’interrogativo sull’universo è affascinante perché esige che si pensi nello stesso tempo in due direzioni: a quanto è grandissimo e a quanto è piccolissimo. Il “grandissimo” è ovviamente lo stesso universo: ma se quello che chiamiamo “universo” fosse solo un elemento di qualcosa di più grande ancora? E ciò che chiamiamo “piccolissimo”, di che cosa è fatto?, cioè cosa è veramente? Non lo sappiamo, ma quando ci facciamo domande sulle “particelle elementari” sappiamo che quello che sembrava “elementare” risulti poi non essere tale, ma possa scindersi e quindi non sia l’elemento ultimo in assoluto; inoltre tale elemento potrebbe essere costituito non da particelle, ma da onde, oppure “campi” non necessariamente “quantici”, o “ corde” in vibrazione, oppure chissà, ancora non lo sappiamo.
Proprio di questo scrive Christophe Galfard, fisico francese celebre per la sua arte di raccontare la scienza. Proponendosi di usare un linguaggio corrente per parlare di cose che gli scienziati esprimono con equazioni matematiche, mantiene la promessa di non utilizzare che una equazione, quella di Einstein (E=mc2 ), che esprime il rapporto tra energia, massa e velocità della luce. Il libro è dunque accessibile e accattivante per ogni lettore, sia pure a piccole dosi e invogliandoci a riflettere su qualche punto più problematico.
Galfard ci invita ad un viaggio nell’universo noto alla scienza attuale, partendo dal sistema solare, dalle galassie, per allargare lo sguardo all’universo nel suo insieme. Arriviamo ai limiti dei buchi neri, viaggiamo alla velocità della luce, ci rimpiccioliamo per osservare il mondo delle particelle elementari, retto da leggi che si oppongono totalmente alla nostra logica. A conclusione del viaggio, torniamo a ciò che ci è noto termina, e conserviamo a fatica, nella memoria, le informazioni che abbiamo avuto sulle interazioni forti e deboli, sui fotoni, sui quark, sui neutrini o sul fatto che la gravitazione non è una forza ma una curvatura dello spazio-tempo: allora, all’improvviso, ci si apre davanti lo spazio del non conosciuto. L’autore qui presenta problemi che le attuali teorie non sono in grado di risolvere e presenta alcune teorie nuove, che, forse, daranno risposte. E questo è davvero stupefacente.
Affascinante è il mondo, e affascinanti sono le vie del pensiero umano, che è capace di penetrare in questo mondo, di conoscere, interrogarsi, comprendere e interrogarsi ancora.
Superato il vecchio conflitto tra fede e scienza, oggi è possibile sprofondarsi con stupore nella complessa struttura dell’universo e nello stesso tempo percepire meglio la misura sconfinata della lode del Creatore.