Dal 24 al 26 febbraio 2023 si è tenuto a Roma un incontro europeo annuale di giovani suore domenicane di vita apostolica: YSOP2023 (“Young Sisters OP, edizione 2023”) sul tema “Comunità, ricerca della verità e della libertà”. Il convegno, organizzato dal DSE cioè dalla sezione europea della Dominican Sisters International Confederation – DSIC, ha visto la partecipazione di più di quaranta religiose arrivate da varie parti dell’Europa. Ecco la testimonianza di una partecipante dell’Unione:
Vi sono andata con il desiderio di incontrare persone nuove e di sperimentare qualcosa che mi aiutasse a migliorare il mio essere una religiosa domenicana. Sapevo solo che erano previste ben 43 persone da 13 paesi, e la traduzione imultanea delle conferenze e dei lavori nei gruppi secondo le lingue dichiarate. Tutto il resto era da scoprire.
La mia prima impressione è stata la scoperta della luminosità spirituale di tante religiose presenti, ricolme di quella bellezza che la pace e la gioia dello spirito aggiungono alla gioventù, cui è seguita la meraviglia per la multiculturalità coniugata con l’unità in Cristo e in san Domenico. Il colmo della diversità e dell’unità forse l’abbiamo toccato durante i Vespri, recitati e cantati in sette (sì, 7!) lingue, una dopo l’altra. Ma l’unità si è manifestata specialmente con il canto in latino delle antifone tipicamente domenicane: la Salve Regina e O lumen Ecclesiae a San Domenico.
In breve, durante questi due giorni abbiamo approfondito vari argomenti legati alla vita comunitaria, in particolare la bellezza dello stare insieme e di formare una comunità che vive lo stesso carisma (che è qualcosa di diverso dal semplice vivere insieme); però si è parlato anche delle ricchezze e delle difficoltà insite nelle relazioni in comunità, e dei modi di vivere i conflitti interpersonali, quelli utili alla risoluzione dei problemi e quelli disfunzionali; importante è stata la discussione sulle sfide della predicazione nel mondo di oggi. Il secondo tema, molto sentito, ha riguardato la collaborazione tra le varie congregazioni domenicane femminili, la collaborazione che già c’è e quella che sogniamo. Abbiamo cercato di avanzare delle proposte concrete sulla base dei bisogni che scopriamo e delle risorse che abbiamo per camminare insieme, cioè che cosa si può fare e chi potrebbe farlo.
Infine, domenica 26 febbraio, dopo la partecipazione alla S. Messa e la visita guidata della Basilica di S. Sabina e della cella di San Domenico, abbiamo avuto la gioia di incontrare fra Gerard Francisco Timoner, Maestro generale dell'Ordine, che ci ha confermate ancora di più, casomai ce ne fosse stato bisogno, nella gioia della vocazione domenicana.
La mia esperienza all’YSOP2023 si potrebbe riassumere in tre punti:
1. Che gente meravigliosa ho incontrato, che giorni intensi, ma belli ho vissuto! Non è che io abbia capito tutto quello che è stato detto, specialmente nei piccoli gruppi. Ma la cosa più importante è che insieme abbiamo cercato di ascoltarci e di capirci, che nonostante tante differenze ci siamo scoperte vicine: sorelle che Dio ha chiamato a seguire Cristo e San Domenico, sorelle che possono conoscersi, apprezzarsi vicendevolmente e collaborare per Dio e per la Sua Chiesa.
2. Delle cose dette mi è rimasto in mente prima di tutto quanto raccontato dal Maestro generale nella cella di San Domenico: “La mattina ho sentito parlare un provinciale anziano che diceva: Che tristezza, siamo pochi, dobbiamo chiudere quello e quell’altro ecc. Invece di pomeriggio hanno parlato due provinciali giovani che hanno detto: Facciamo quello, facciamo quell’altro. Non importa se siamo pochi, è la qualità che conta”. In conclusione, dobbiamo essere quello che siamo e cercare di fare – poche o tante che siamo – il possibile.
3. Penso che incontri del genere siano veramente importanti, almeno una volta nella vita. Li proporrei in modo particolare a chi ha sempre vissuto solo nel proprio paese di provenienza. Perché? Perché penso che possano dare un respiro più profondo alla vita religiosa: noi – la mia congregazione, la Chiesa nel mio paese – non siamo la Chiesa intera! Certo, per vivere un convegno internazionale in modo fruttuoso, bisogna essere un po’ preparati, ma non serve molto: la conoscenza di una delle lingue straniere (meglio l’inglese), e prima di tutto la buona volontà di incontrare l’ALTRO e di imparare qualcosa.
Un grande grazie a chi ha lavorato alla preparazione del convegno, in particolare a suor Pilar del Barrio (“la responsabile”), a suor Teresa Hieslmayer dall'Austria (la prima relatrice) e a suor Ino Rincón dalla Spagna (la seconda relatrice), ma anche a tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte e alla superiora generale che mi ha dato la possibilità di parteciparvi.