Nel mese di maggio 2019 abbiamo iniziato il nostro apostolato in un nuovo posto chiamato Bhuvanapalli. Si trova nel distretto Godavari Ovest dell’Andhra Pradesh. È sotto la giurisdizione della diocesi di Eluru. È un bel territorio verde, circondato da risaie e specchi d’acqua ricchi di pesci.
Nel campus dove viviamo c’è la chiesa parrocchiale, la canonica, la scuola e un piccolo convento. Ci sono poche famiglie cattoliche nei dintorni, ma vi si trovano famiglie appartenenti a varie denominazioni cristiane. La parrocchia ha 14 centri missionari nei villaggi.Noi siamo tre e svolgiamo il nostro servizio come insegnanti nella Scuola Parrocchiale della diocesi “Infant Jesus English Medium High School, Bhuvanapalli”. Abbiamo circa 430 alunni, dalla scuola dell’infanzia fino alla decima classe. Gli alunni provengono da villaggi lontani e da famiglie povere. La maggior parte dei loro genitori sono lavoratori a giornata e analfabeti; così i ragazzi non hanno un ambiente adatto allo studio e non ricevono incoraggiamenti dai loro genitori. C’è una grande necessità di andare a trovare le famiglie dei nostri alunni nei villaggi per dare loro una guida e incoraggiarli a venire regolarmente a scuola.
Ora che tutto il mondo si trova sotto l’effetto del coronavirus in un modo o in un altro, Mr. Jagan Mohan Reddy, il primo ministro dell’Andhra Pradesh, ha diviso il territorio dello stato in 3 tipi di zone in base al numero di casi di affetti da coronavirus, in modo da combattere la pandemia nel modo migliore. Per questo ha assunto dei volontari e operatori sanitari per identificare i casi e portarli a conoscenza del Dipartimento della Salute. Le tre zone sono rosse, gialle e verdi. Nelle zone rosse i casi positivi al covid-19 sono più numerosi e lì si seguono le regole più rigide del lockdown. Nelle zone gialle ci sono pochi casi di persone positive al covid-19 e si cerca di rallentare il diffondersi dell’epidemia. Le zone verdi sono libere dal virus, ma anche lì si seguono le regole del lockdown. Noi ci troviamo in una zona verde.
A causa del lockdown le scuole sono chiuse e non sappiamo quando potranno riaprire. Siccome molti dei nostri alunni vengono da villaggi remoti, non hanno accesso ad una adeguata rete internet e nemmeno possiedono gli strumenti per le classi online. Così la necessità attuale per noi è quella di trovare modi e mezzi per continuare una qualche forma di didattica con i nostri studenti. Abbiamo quindi creato dei gruppi WhatsApp per ogni classe per poter inviare i compiti e i materiali da studiare giorno per giorno; ogni insegnante è tenuto ad inviare i materiali per la sua classe e tutti stanno facendo del loro meglio, ma nemmeno la metà degli alunni ha la possibilità di accedere a questo sistema e noi ora non possiamo aiutarli, quando riapriranno le scuole vedremo come fare per metterli in paro con gli altri; per ora un sistema che stiamo adottando è quello di chiedere ai compagni di classe che abitano vicino di condividere quello che ricevono dalla scuola con i compagni che non hanno questa possibilità. Noi possiamo solo inviare i compiti e indicare che cosa devono studiare, qualche volta chiediamo di svolgere dei piccoli progetti, che loro ci inviano per la correzione; con alcuni il sistema funziona, si vede che stanno lavorando bene, purtroppo non tutti possono. Aiutiamo anche i bambini del vicinato, gli unici che possiamo incontrare di persona, ad imparare a parlare in Inglese. Per il resto, sembra che alla riapertura delle scuole saranno abolite le vacanze per le festività religiose Indù ed anche per il Natale, in modo da avere più giorni per completare il programma.
Olivia
Nel campus dove viviamo c’è la chiesa parrocchiale, la canonica, la scuola e un piccolo convento. Ci sono poche famiglie cattoliche nei dintorni, ma vi si trovano famiglie appartenenti a varie denominazioni cristiane. La parrocchia ha 14 centri missionari nei villaggi.Noi siamo tre e svolgiamo il nostro servizio come insegnanti nella Scuola Parrocchiale della diocesi “Infant Jesus English Medium High School, Bhuvanapalli”. Abbiamo circa 430 alunni, dalla scuola dell’infanzia fino alla decima classe. Gli alunni provengono da villaggi lontani e da famiglie povere. La maggior parte dei loro genitori sono lavoratori a giornata e analfabeti; così i ragazzi non hanno un ambiente adatto allo studio e non ricevono incoraggiamenti dai loro genitori. C’è una grande necessità di andare a trovare le famiglie dei nostri alunni nei villaggi per dare loro una guida e incoraggiarli a venire regolarmente a scuola.
Ora che tutto il mondo si trova sotto l’effetto del coronavirus in un modo o in un altro, Mr. Jagan Mohan Reddy, il primo ministro dell’Andhra Pradesh, ha diviso il territorio dello stato in 3 tipi di zone in base al numero di casi di affetti da coronavirus, in modo da combattere la pandemia nel modo migliore. Per questo ha assunto dei volontari e operatori sanitari per identificare i casi e portarli a conoscenza del Dipartimento della Salute. Le tre zone sono rosse, gialle e verdi. Nelle zone rosse i casi positivi al covid-19 sono più numerosi e lì si seguono le regole più rigide del lockdown. Nelle zone gialle ci sono pochi casi di persone positive al covid-19 e si cerca di rallentare il diffondersi dell’epidemia. Le zone verdi sono libere dal virus, ma anche lì si seguono le regole del lockdown. Noi ci troviamo in una zona verde.
A causa del lockdown le scuole sono chiuse e non sappiamo quando potranno riaprire. Siccome molti dei nostri alunni vengono da villaggi remoti, non hanno accesso ad una adeguata rete internet e nemmeno possiedono gli strumenti per le classi online. Così la necessità attuale per noi è quella di trovare modi e mezzi per continuare una qualche forma di didattica con i nostri studenti. Abbiamo quindi creato dei gruppi WhatsApp per ogni classe per poter inviare i compiti e i materiali da studiare giorno per giorno; ogni insegnante è tenuto ad inviare i materiali per la sua classe e tutti stanno facendo del loro meglio, ma nemmeno la metà degli alunni ha la possibilità di accedere a questo sistema e noi ora non possiamo aiutarli, quando riapriranno le scuole vedremo come fare per metterli in paro con gli altri; per ora un sistema che stiamo adottando è quello di chiedere ai compagni di classe che abitano vicino di condividere quello che ricevono dalla scuola con i compagni che non hanno questa possibilità. Noi possiamo solo inviare i compiti e indicare che cosa devono studiare, qualche volta chiediamo di svolgere dei piccoli progetti, che loro ci inviano per la correzione; con alcuni il sistema funziona, si vede che stanno lavorando bene, purtroppo non tutti possono. Aiutiamo anche i bambini del vicinato, gli unici che possiamo incontrare di persona, ad imparare a parlare in Inglese. Per il resto, sembra che alla riapertura delle scuole saranno abolite le vacanze per le festività religiose Indù ed anche per il Natale, in modo da avere più giorni per completare il programma.
Olivia