Quando due giorni fa, dopo l’ennesimo femminicidio, le telecamere hanno indugiato per qualche istante sulla scena dell’arresto del marito, possiamo aver provato un istintivo senso di repulsione nel vedere la piccola croce vistosamente ostentata al collo dell’arrestato.
Ma oggi la Chiesa celebra, in Oriente e in Occidente, la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, cioè dell’efficacia redentiva dell’amore di Dio, solidale con il dolore dell’uomo. Così anche il segno di Caino (Gen 4,15) si rivela segno di speranza offerta a ogni uomo o donna, creature redente dal sangue di Cristo e da Lui innestate nella vita di Dio.
Nessuno ci tolga quella croce (cioè quella speranza) dall’anima. E neanche dagli occhi. Senza paura di chiamare le cose col loro nome, ma ci riconosciamo fratelli solo se impariamo a guardarci come ci guarda Dio.